Cosa fa un avvocato di successo come Iacopo Maria Pitorri per l’immigrazione? Ci sono delle figure importanti che permettono agli immigrati e ai rifugiati di ricevere un aiuto costante, come gli avvocati per l’immigrazione. Mediante gli avvocati, è possibile scoprire numerose storie di chi cerca di integrarsi in Italia, perché le difficoltà sono all’ordine del giorno. Ce ne parla l’Avv. Pitorri di Roma, a detta di molti uno dei migliori avvocati immigrazionisti in Italia.
Cosa fa un avvocato per l’immigrazione
Gli immigrati hanno spesso bisogno di un avvocato per comprendere come funziona l’integrazione in Italia, per farsi aiutare con il permesso di soggiorno. Non è semplice trovarsi in un paese sconosciuto dopo aver compiuto una traversata, soprattutto nel momento in cui non conosci la lingua e non hai la sensazione di essere accolto, gradito.
Dove trovare un avvocato per l’immigrazione
Naturalmente, è importante capire dove e come trovare un avvocato per l’immigrazione. Per gli immigrati, talvolta può capitare di incorrere in vere e proprie truffe. Quando sei disperato, non hai il tempo di porti domande: qualsiasi mano ti sarà offerta, ti sembrerà la migliore del mondo.
Tra le figure più importanti in Italia, ci viene in mente l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, che si occupa personalmente di tantissime pratiche degli immigrati e dei rifugiati.
Le storie degli immigrati
“Arrivare in Italia da rifugiato non è stato facile. Ho trovato un paese meraviglioso, ma ancora chiuso sotto tanti aspetti. Eppure, non cambierei questo posto con nessun altro al mondo. L’Italia non solo mi ha accolto, ma mi ha permesso di trovare l’amore della mia vita. Non potrei essere in nessun altro luogo, se non qua. Agli inizi ho avuto tante difficoltà, ma alla fine sono riuscito a integrarmi. Non è stato semplice, mi hanno aiutato diverse persone. Ora però sono felice. Sono vivo. Per partire, ci vuole coraggio, speranza, ma soprattutto fortuna. Io ce l’ho fatta ad attraversare il mare, altri no. Io sono qui oggi. Altri dormono in fondo al mare…”
Fin troppo spesso crediamo che le loro storie non ci riguardino, che le storie mostrate ai telegiornali non siano le nostre. Sono loro. Ma come possiamo voltarci dall’altra parte, quando la gente muore ed è disperata? Siamo noi che dobbiamo e possiamo agire, senza voltarci dall’altra parte.
“Avevo dieci anni quando ho compiuto il mio viaggio della speranza insieme a mia madre. Di una notte in particolare, ricordo che mia madre mi stringeva a sé, non mi lasciava neppure per un secondo. Avevo paura, di tutto. Di finire in mare, di svenire. Una bambina, vicino a me, aveva un giocattolo di legno, ogni tanto me lo passava. L’Italia, alla fine, è diventato il mio vero paese. Qui ho studiato, ho vissuto, ho ottenuto il permesso di soggiorno. Mia madre non ce l’ha fatta. Dopo qualche anno, è deceduta. Ha dato la sua vita per me.” Avvocato per l’immigrazione, perché è fondamentale per l’immigrato